Veduta dell'interno della sinagoga di Saluzzo

Sinagoga

Via Deportati Ebrei 10 - Saluzzo
(secondo piano senza ascensore)

Cimitero

Via Lagnasco 5 - Saluzzo

Saluzzo

I primi nuclei ebraici nel Marchesato di Saluzzo risalgono alla fine del XV secolo; distribuiti all’origine in diverse frazioni della regione, fra Cinque e Seicento si concentrarono nella città di Saluzzo. Nel 1723 veniva istituito il ghetto. Non se ne conosce oggi la prima collocazione ma nel 1795 fu “trasferito” in un isolato del chiassetto Venezia, prossimo all’attuale piazza Risorgimento.
Dopo la breve sospensione del periodo napoleonico, la reclusione nel ghetto fu ristabilita negli anni della Restaurazione e definitivamente abolita nel 1848, con i Regi Decreti emanati dal re Carlo Alberto di Savoia-Carignano.
Dopo la seconda guerra mondiale il vecchio chiassetto Venezia è stato rinominato “via dei Deportati ebrei” a ricordo delle 29 vittime della Shoah deportate da Saluzzo. Dal 2009 l’istallazione “Tracce del ricordo” ne commemora i nomi con piccole targhe d’ottone incastonate nella pavimentazione stradale in corrispondenza delle abitazioni in cui vissero. Molte sono visibili a breve distanza dall’antico ghetto, sulla piazza Risorgimento, su via Spielberg e su via Bodoni.

La Sinagoga

Il tempio di Saluzzo conserva il carattere esteriore dell’epoca del ghetto, privo di elementi esterni che ne manifestino la presenza. L’aula risale ai primi anni trenta dell’Ottocento e costituisce probabilmente il riadattamento di una precedente sinagoga. L’organizzazione degli interni precorre la disposizione delle sinagoghe realizzate o rimaneggiate successivamente all’Emancipazione (1848), sul modello dello spazio liturgico delle chiese. La tevà e l’aron ottocenteschi sono collocati sul lato opposto all’ingresso, raccordati da una balaustra a pianta poligonale. L’aron in legno scolpito e dorato si caratterizza per i piccoli inserti a specchio e le ante ad andamento curvilineo. Al centro della sala si trovano banchi ottocenteschi per il pubblico, suddivisi in due settori e disposti in file parallele orientate verso tevà e aron. Un’area soppalcata alle spalle della sala ospita il matroneo.
Nel corso dei restauri dei primi anni 2000 è emerso sulla volta uno strato pittorico precedente a quello superficiale e parzialmente conservato. Il vivace affresco, che si è scelto di ripristinare, raffigura gli arredi del Tabernacolo in uno stile particolare e differente dalle decorazioni diffuse nel panorama sinagogale italiano. Decorazioni dello stesso stile e medesimo soggetto si ritrovano anche sul lato interno delle ante di un vecchio aron ha-kodesh appartenuto alla stessa sinagoga e oggi trasferito in Israele.

Il Cimitero

Un primo cimitero è documentato nel 1590 quando la comunità ebbe modo di acquistare un terreno di cui oggi non è nota l’ubicazione. Un secondo è attestato in regione Bramafarina sull’attuale strada di Pagno. Un terzo, quello tuttora in funzione, poco distante dal centro abitato, su via Lagnasco, fu acquistato dalla Curia nel 1795.
Il campo si presenta ampio e ordinato, con sepolture allineate nella medesima direzione. Come molti cimiteri ebraici, negli anni successivi all’Emancipazione, ha risentito dell’assimilazione ai fenomeni stilistici propri dei cimiteri cattolici tardo ottocenteschi, assumendone elementi simbolici e tendenze monumentali e figurative di per sé estranee alla consuetudine ebraica.
Una lapide adiacente all’ingresso commemora i 29 ebrei deportati da Saluzzo; dalla fine degli anni novanta i loro nomi sono incisi anche su targhette individuali collocate fra le piante lungo il viale principale.