Interno della sinagoga di Cherasco

Sinagoga

Via Guglielmo Marconi 4 - Cherasco
(terzo piano senza ascensore)

Cimitero

Via Salita Vecchia - Cherasco
(strada provinciale Cherasco – Bra / via Sant’Iffredo)

Cherasco

Nel luglio 1547 due ebrei ottenevano il permesso di stabilirsi a Cherasco. Intorno ad essi si costituì il nucleo ebraico della cittadina che non fu mai particolarmente numeroso. L’obbligo del ghetto, istituito nei territori sabaudi già dal 1723, dovette essere ribadito nelle Costituzioni del 1729. L’anno seguente, la popolazione ebraica di Cherasco, insieme a quella di Alba, fu costretta a trasferirsi nel caseggiato in angolo fra via Marconi e via Vittorio Emanuele.
Sotto la dominazione napoleonica gli ebrei conobbero una prima stagione di uguaglianza sociale. Molti si stabilirono fuori dal ghetto in dimore più agiate; alcuni avviarono nelle campagne attività di filatura della seta e nuovi commerci di tessuti. Abramo De Benedetti sedette in Consiglio comunale, dopo che insieme al fratello Donato era già figurato fra i maggiori contribuenti del Comune. I Regi Decreti del 1848 emanciparono definitivamente gli ebrei del Piemonte; di alcuni si ricorda l’importante contributo allo sviluppo della città. Lo spostamento verso centri maggiori ha tuttavia gradualmente ridotto la Comunità che già nel 1857 veniva accorpata a quella di Cuneo e successivamente a quella di Torino.

La Sinagoga

Intima e raccolta, quella di Cherasco è la tipica sinagoga di un ghetto piemontese. Fu collocata all’ultimo piano dell’edificio, con accesso sul fronte interno e nessun ornamento esteriore che ne manifestasse la presenza. Il centro della sala è occupato quasi per intero da una tevà di fattura settecentesca realizzata in legno scolpito e dipinto di colori vivaci. La foggia di questo esemplare, a base ottagonale con copertura a baldacchino, si ritrova in particolare nei vicini arredi di Carmagnola, Mondovì e Chieri (oggi a Torino). Sulla parete orientale, l’aron ha-kodesh forma un tutt’uno con gli elementi strutturali e decorativi dell’ambiente. Nella parte alta, le decorazioni dell’arredo si fondono con gli stucchi e le pitture parietali, incorniciando un oculo di vetri policromi. Un’unica fila di sedute per il pubblico corre lungo il perimetro della sala. Più in alto sono affrescate iscrizioni poetiche in ebraico nei cui versi si riconoscono nomi di donatori e membri della Comunità. Sopra l’entrata si affaccia il piccolo palco delle donne, celato da una fila di colonnine in legno riprese a trompe-l’œil lungo tutta la parete.
Unico elemento datato è un lavabo per la lavanda rituale delle mani, che fu donato nel 1797 dai fratelli De Benedetti. Allo stesso piano si accede in una piccola aula scolastica attigua e alla mostra fotografica “Vita e cultura ebraica” sui centri ebraici del Piemonte, allestita nel 1984.

Donazioni: Fondazione De Benedetti Cherasco 1547 – tel 011.7640224 www.cherasco1547.org

Il Cimitero

Il cimitero ebraico attualmente in uso si trova nella Salita Vecchia. Era stato predisposto verso la fine del Settecento come nuovo cimitero del paese ma non entrò mai in funzione e rimase in stato di abbandono fino ai primi anni dell’Ottocento, quando venne concesso alla Comunità ebraica. L’area, panoramica e verdeggiante, prese il nome di rocca degli ebrei. Al suo interno si trovano unicamente sepolture individuali in terra, per lo più con lapidi semplici secondo la consuetudine ebraica. Pochissimi i cippi più monumentali influenzati dalla simbologia dei cimiteri cattolici coevi.
Poco si conosce del precedente campo di sepoltura. Un documento del 1719 attesta l’acquisto da parte di Gabriel De Benedetti di un terreno dichiarato confinante […] con il cimitero degli Ebrei, che era evidentemente in funzione già in epoca precedente e che forse allora si voleva ampliare. Il campo si trovava nella zona dei bastioni a nord-est della città.