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Lo spettacolo “Il nuotatore di Auschwitz” con Raoul Bova ha raccontato la vita di Alfred Nakache, atleta ebreo sopravvissuto ai lager, simbolo di resilienza, memoria e speranza.

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Una serata di grande intensità quella andata in scena al Teatro Gioiello di Torino, dove Raoul Bova ha interpretato “Il nuotatore di Auschwitz”, spettacolo dedicato alla straordinaria figura di Alfred Nakache, campione di nuoto francese di origine ebraica sopravvissuto al lager nazista.
Nakache, primatista mondiale e atleta olimpico, divenne ad Auschwitz il detenuto numero 172763. Neppure la prigionia e le privazioni riuscirono a spegnere in lui la determinazione: continuò ad allenarsi tuffandosi nell’acqua gelida di un bacino, trovando nello sport una via di resistenza e di sopravvivenza. Dopo la liberazione tornò a competere, conquistando un nuovo record e partecipando alle Olimpiadi di Londra del 1948.
Accanto a Nakache, lo spettacolo rievoca anche la figura dello psichiatra Viktor Frankl, anch’egli internato ad Auschwitz, autore di “Uno psicologo nei lager”, opera che ha segnato la riflessione sul senso della vita e sulla capacità umana di resistere al dolore, trovando uno scopo. Due storie, quelle di Nakache e Frankl, che si intrecciano in un unico messaggio universale: vivere significa affrontare la sofferenza, ma anche trasformarla in energia e speranza.
Nella messinscena, diretta con sensibilità e rigore da Luca de Bei, Raoul Bova è l’interprete di queste due vite straordinarie, attingendo alla propria esperienza di atleta per restituire autenticità e profondità emotiva al racconto.

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