Mondovì
Nel 1584, ad Aron Sacerdote si concedeva di tenere un banco di prestito a Mondovì. Si formò un piccolo nucleo ebraico che divenne centro di riferimento anche per le famiglie residenti nelle campagne circostanti.
Il ghetto fu istituito nel 1724 nella parte collinare della città (Piazza), alle cui pendici si estende il quartiere più popolare (Breo). Particolarità del ghetto sono il diretto affaccio su una via principale – via Vico – e la contiguità con le abitazioni cristiane; fu per questo motivo che il ghetto di Mondovì non ebbe mai veri e propri cancelli ma solo l’innalzamento di muri e il tamponamento di aperture preesistenti. All’interno, varchi e ballatoi consentivano la comunicazione fra i diversi ambienti evitando di attraversare lo spazio esterno. Nonostante l’aggiunta di volumi recenti all’interno dei cortili, la trama edilizia rimane tuttora riconoscibile.
In tutti i territori sabaudi l’età dei ghetti si chiude nel 1848. Sin dal breve periodo di emancipazione sotto il governo napoleonico gli ebrei acquistarono alcune delle proprie residenze del ghetto o nell’area circostante; oggi rimane alla Comunità ebraica di Torino la bella sinagoga barocca in via Vico 65.
La Sinagoga
La piccola sinagoga monregalese si trova all’ultimo piano di un edificio residenziale, nucleo più antico del ghetto. Affacciata sulla parte posteriore e sul cortile interno, la sala non è riconoscibile dalla strada, secondo i dettami imposti dall’autorità civile ed ecclesiastica. L’interno tardo settecentesco è intimo e raccolto; come è tipico nella tradizione piemontese, l’aula ha pianta centrale con fulcro nella tevà a baldacchino, realizzata in legno laccato di colori tenui con elementi dorati. L’aron, incassato nella parete orientale, è in legno scolpito e laccato; ha ante dorate impreziosite da una rappresentazione della menorah ed inquadrate da semicolonne tortili sormontate da un timpano spezzato che accoglie le Tavole della Legge. Lungo le pareti, una decorazione a trompe-l’œil rappresenta un’architettura di colonne archi e tendaggi. Due finestre ai lati dell’aron si aprono sulla loggia esterna rivolta verso il panorama delle colline monregalesi. Accanto all’ingresso, un ballatoio conduce agli ambienti del matroneo e della piccola aula scolastica, collocati in posizione adiacente alla sala e realizzati in epoca posteriore.
Il Cimitero
Il primo cimitero ebraico di Mondovì risale a pochi anni dopo l’istituzione del ghetto; prima la comunità si era servita del cimitero ebraico di Cuneo. Il campo concesso agli ebrei monregalesi si trovava nella parte alta della città sotto i bastioni della Cittadella e rimase in funzione fino al 1865. Successivamente fu assegnata un’area attigua al cimitero comunale dove furono traslate le lapidi del vecchio cimitero. Il campo, tuttora utilizzato, ha forma triangolare con sepolture in terra di foggia semplice, come previsto nella tradizione ebraica. Al principio del viale che conduce all’ingresso, una lapide affissa nel 1954 ricorda gli ebrei deportati nei campi di sterminio nazisti.







