Veduta della facciata della sinagoga di Alessandria

Sinagoga

Via Milano 7 - Alessandria
(primo piano senza ascensore)

Cimitero

Viale Teresa Michel - Alessandria
(al reparto ebraico si accede attraverso il cimitero comunale)

Alessandria

Fra le prime presenze ebraiche la figura di Abramo Vitale de Sacerdoti al quale, nel 1490, fu permesso di risiedere in città per aprirvi un banco di prestito. Nei secoli successivi, la sua famiglia ricoprì un ruolo di primo piano all’interno del gruppo ebraico e di fronte alla città, allora sotto il Ducato di Milano. Con il passaggio della città ai Savoia, nel 1707, le vicende degli ebrei si legano a quelle degli altri territori piemontesi, e nel 1723 venne istituito il ghetto. Fu scelta l’area dove la popolazione ebraica da tempo si era stabilita, fra le attuali vie Migliara, dei Martiri, Vochieri e Milano (all’epoca denominata Contrada degli Ebrei). Il ghetto di Alessandria fu il terzo più popoloso del Piemonte. Nonostante le modifiche ottocentesche, si conservano alcuni tratti caratteristici come i ballatoi di comunicazione interna e le sopraelevazioni. Dopo l’Emancipazione del 1848 molti ebrei alessandrini contribuirono a diverso titolo alla vita della città e dell’Italia risorgimentale. Nell’ultimo secolo, il fenomeno dell’inurbamento insieme alla persecuzione razziale ha portato la Comunità a ridursi drasticamente.

La sinagoga

La Sinagoga di Alessandria, inaugurata nel 1871, è il risultato della trasformazione di un edificio preesistente nel cuore dell’ex ghetto. Come in molte altre città, la Comunità volle celebrare l’Emancipazione del 1848 erigendo un nuovo tempio monumentale, simbolo dell’integrazione nella società locale. Si tratta di un’architettura eclettica con influenze neogotiche, specialmente nell’imponente facciata scandita da finestre ad arco e coronata da pinnacoli. L’interno dell’aula, ubicata al primo piano, è ispirato al modello delle chiese cristiane, con tevà e aron associati nel medesimo spazio e sedute per il pubblico rivolte ad essi. Sui lati brevi, si trovano due ordini di loggiati definiti da esili colonne: lungo la parete di ingresso il matroneo e, intorno alla grande nicchia dell’aron, il coro e l’armonium.
In seguito alle devastazioni naziste del 1943-1944 gli arredi della sinagoga andarono distrutti o trafugati. Dopo la guerra, furono sostituiti con quelli provenienti dalle sinagoghe smantellate di Nizza Monferrato e Acqui Terme. Al piano terreno si trova una seconda piccola sinagoga, destinata all’uso nei sabati e nei giorni feriali.

Mostra permanente

Al pian terreno del complesso sinagogale, una mostra permanente illustra alcuni aspetti qualificanti della vita ebraica e della storia locale, con oggetti originali del luogo e ricostruzioni didattiche. Ampio spazio è dedicato agli arredi della sinagoga e del Rotolo della Legge; preziosi manufatti tessili si mescolano a oggetti d’uso comune attraverso i quali è possibile immedesimarsi nel quotidiano ebraico e nel passato della Comunità di Alessandria. Fra questi, anche una macchina originale per la preparazione del pane azimo in occasione della Pasqua. Una sezione è poi dedicata al ciclo della vita, con oggetti del culto personale, foto storiche e ricordi. Su uno dei libri di preghiera, colpisce il testo di una commemorazione funebre composta in seguito al drammatico evento che si verificò nel 1835 durante i festeggiamenti di un matrimonio, quando il pavimento dell’ambiente cedette e molti dei partecipanti persero la vita. Fra gli elementi più suggestivi in esposizione, alcune tavole in legno dipinto appartenute all’antico soffitto della sinagoga di Alessandria precedentemente al profondo rinnovamento completato nel 1871: rinvenute nel corso degli ultimi restauri, erano state reimpiegate come camminamento nel sottotetto del nuovo tempio.

Il Cimitero

Fu predisposto fra il 1805 e il 1806, contestualmente alla creazione del nuovo cimitero cittadino, di cui è sezione. Nel 1936 fu dotato di un monumentale ingresso indipendente da cui transitano i cortei funebri (per le visite si accede attraverso il cimitero generale). Nel suggestivo spazio interno la vegetazione spontanea si unisce agli alberi dell’originario viale longitudinale. Caratterizzano la porzione più antica cippi e lapidi, semplici e allineate; molte sono ormai corrose e cadute a terra. Dopo l’Emancipazione, alcune famiglie presero l’abitudine di far erigere tombe monumentali con cui distinguersi, progettate in continuità stilistica con i manufatti dell’adiacente cimitero cristiano. Se in alcuni casi si trovano simboli della tradizione ebraica, in altri si riconoscono i soggetti allegorici tipici dei cimiteri non ebraici. Molte sepolture hanno inoltre elaborate raffigurazioni del defunto – di per sé estranee alla consuetudine ebraica – realizzate con bassorilievi, fotografie ed espressive statue a tutto tondo.