Dettaglio della facciata della sinagoga di Torino

Sinagoga

Piazzetta Primo Levi 12 - Torino TO

Cimitero

Corso Regio Parco 80 - Torino
Al reparto ebraico si accede attraverso il Cimitero Monumentale

Torino

Un piccolo gruppo risiedeva a Torino nel 1424. Da allora una Comunità ebraica ha vissuto con continuità sino ad oggi in città. La sua vita fu governata dagli “Statuta Sabaudiae”, introdotti da Amedeo VIII, Duca di Savoia. Nel 1679 fu decisa la creazione del ghetto. Questo fu il primo e unico ghetto in Piemonte fino al 1723. Con i decreti conseguenti allo Statuto Albertino del 1848 ai cittadini ebrei furono riconosciuti pieni diritti e uguaglianza giuridica. Il ghetto si svuotò e, nell’euforia della conquistata libertà, gli ebrei decisero di costruire una sinagoga, simbolo della loro Emancipazione: l’edificio avrebbe dovuto celebrare la piena integrazione nella società civile e identificare la presenza ebraica in città. Il progetto, dopo l’insuccesso di un primo concorso, fu affidato all’architetto Alessandro Antonelli, che ne avviò la realizzazione nel 1863. Le consistenti modifiche in altezza apportate in corso d’opera determinarono tuttavia un’ingente crescita delle spese e, dal 1869, costrinsero la Comunità ad una lunga interruzione del cantiere. Ormai inadeguato alle esigenze comunitarie, nel 1878 l’edificio fu acquistato dal Comune di Torino e una volta completato divenne il suo simbolo: la Mole Antonelliana.
Con la somma corrisposta alla Comunità fu acquistato un nuovo lotto nell’area di espansione urbana fuori Porta Nuova dove, nel 1884, prese forma l’attuale Tempio Israelitico di Torino.

La Sinagoga

Il Tempio Grande

Il Tempio, di matrice eclettica, fu concluso nel 1884 su progetto di Enrico Petiti. La prevalenza dello stile moresco, prescritta nel bando, riflette una delle correnti più diffuse nel dibattito intorno all’architettura delle nuove sinagoghe nell’Europa del secondo Ottocento.
Il ricco apparato decorativo interno è andato distrutto durante un bombardamento del 1942. Lineare è l’organizzazione dello spazio, a pianta basilicale a tre navate, rappresentativo dell’assimilazione dell’epoca al modello cattolico. Tevà e aron erano collocati in un’area rialzata, cui erano rivolte lunghe file di banchi per il pubblico. Negli anni 1986-‘87 è stato operato un adeguamento liturgico che ha conferito all’aula una disposizione più conforme alla tradizione locale, ponendo in centro una nuova tevà e rivolgendo ad essa le sedute del pubblico.

Il Tempio Piccolo

Dal 1970, il piano interrato accoglie una sinagoga destinata all’uso quotidiano – il Tempio Piccolo – in cui sono stati ricollocati gli arredi provenienti dalla sinagoga di Chieri e trasferiti a Torino subito dopo la guerra. La qualità di questi manufatti, in stile barocco piemontese, rimanda ai caratteri originari delle sinagoghe della regione. Nella galleria circostante, una mostra permanente espone una selezione di opere d’arte cerimoniale rappresentative dei riti ebraici e delle tradizioni artistiche delle Comunità piemontesi.

Accanto, vi è una terza piccolissima sinagoga allestita per contenere l’aron appartenuto probabilmente alla sinagoga tedesca del ghetto nuovo di Torino. Capace appena di una dozzina di posti, non era pensata, in realtà, per un utilizzo specifico. Grande significato ha assunto questo arredo per la Comunità: secondo un suggestivo aneddoto, l’originale laccatura d’età barocca sarebbe stata coperta di vernice nera come manifestazione di lutto per la morte del re Carlo Alberto nel 1849. Scelta, più verosimilmente, di aggiornamento stilistico, è in ogni caso divenuta simbolo del reale senso di gratitudine e lealtà sinceramente nutrito dagli ebrei torinesi verso il sovrano cui si legava l’acquisizione dei diritti civili.

Per informazioni e visite:
Comunità ebraica di Torino info@torinoebraica.it
Tutti i locali sono adeguati al superamento delle barriere architettoniche.
Segnalare la presenza di visitatori in carrozzina.

Il Cimitero

Nella storia ebraica torinese, diversi spazi di sepoltura si sono susseguiti a partire dal XV secolo. A quell’epoca era in uso un terreno presso la Porta Marmorea, sul confine sud della città, fra le attuali vie San Tommaso e Santa Teresa. Un secondo campo fu concesso a metà ‘500 nell’area fra le attuali vie Arcivescovado e Arsenale, da cui fu spostato nel secolo successivo per consentire la costruzione della fonderia per le artiglierie (poi Arsenale militare). Nel 1668 veniva così assegnato un terreno poco distante lungo l’attuale corso Matteotti, che fu abbandonato al tempo dell’assedio di Torino del 1706 perché incluso nell’area militare. Il cimitero fu trasferito all’estremità della città verso il Po, a ridosso del bastione di Saint Jean de Dieu, dove via delle Rosine incontra l’attuale piazza Cavour. Nel 1772 il re lo fece nuovamente trasferire in un’area più a nord, malsana e soggetta alle inondazioni del fiume. Un quartiere circostante era infatti noto come “borgo del moschino”, fino alla sua bonifica e lottizzazione nell’attuale Borgo Vanchiglia. Alla Comunità fu infine assegnato, nel 1867, un reparto del Cimitero Monumentale, dove furono ricollocate alcune antiche lapidi. Oggi i reparti ebraici sono sei. Vi si trovano inumazioni semplici nelle aree centrali e monumenti di famiglia più elaborati lungo i muri perimetrali. Distanti dalla tradizione ebraica, alcuni sepolcri rappresentano appieno l’assimilazione della Comunità alla cultura cimiteriale di fine secolo. Fra gli esempi di maggior pregio, alcune cappelle neoegizie, le edicole neomoresche con richiamo alla sinagoga della città e alcune realizzazioni degli anni ’20 e ’30 nel quinto reparto.

Per maggiori informazioni su orari ufficiali di accesso visitare il sito del Cimitero di Torino: